San Bartolomeo e Santo Spirito

 L'eremo di San Bartolomeo in Legio sorge su una ampia cengia in una delle pareti di roccia che delimitano il vallone di Santo Spirito nella Maiella settentrionale, nei pressi di Roccamorice.

Dopo aver attraversato l'abitato del piccolo paese si segue brevemente la strada che conduce sulla Maiella. Parcheggiato in uno slargo si precede a piedi per un comodo sentiero che scende dolcemente verso il vallone. Il panorama è ricco di spunti per fotografie di paesaggio: fiori, spuntoni di roccia, scoscesi dirupi.

Ci si ritrova inaspettatamente sulla cengia dove è costruito l'eremo dopo essere scesi per una breve gradinata scavata nel fondo di un grande foro nel tetto di roccia.

L'ampio terrazzo è protetto da un muretto pieno di graffiti votivi o semplicemente in ricordo della giornata trascorsa sul posto; affacciandosi in basso si scopre lo spettacolare alveo di un fiume, ormai quasi asciutto.

Il romitorio, che occupa la metà del terrazzo, fu edificato nella seconda metà del XIII secolo da Pietro Angelerio, futuro Papa Celestino V, sui resti di un preesistente riparo.

Dalla vicina Abazia di Santo Spirito, il sant'uomo vi si ritirava durante le quaresime in cerca di solitudine e pace. L'interno della chiesetta contiene pochi poveri oggetti: tre sedie per la comodità di chi vuol raccogliersi in un momento di raccoglimento, qualche fiore di plastica scolorito dal tempo, immaginette votive. Una semplice nicchia in alto sull'altare contiene una piccola statua lignea raffigurante San Bartolomeo che, sulla spalla sinistra, ha oggetto del suo martirio: la sua pelle arrotolata con la testa penzolante.

Per avere una visione completa dello spettacolare complesso bisogna scendere la ripida scalinata fino al letto del torrente. Il silenzio è quasi assoluto, solo il gorgoglio di una piccola sorgente perenne rompe l'atmosfera mistica che si respira. Innumerevoli sono gli spunti fotografici, sia di particolari che vedute di ampio respiro.

A poche decine di metri dall'eremo, in un ampio riparo di roccia è stata scoperta una cava di selce del Paleolitico con migliaia di schegge e semilavorati di questo prezioso materiale.

Si ritorna per lo stesso sentiero, la luce è cambiata rivelando nuovi anfratti e grotte nelle pareti del vallone.Raggiunte le macchine si procede per la stessa strada fino a raggiungere brevemente la spettacolare Abazia di Santo Spirito, dove Pietro Angelerio fondò l'ordine monacale dei Celestini. La costruzione si sviluppa in altezza assecondando la ripida parete di roccia. Scala Santa, romitori, celle, terrazze, cappelline: un susseguirsi di meraviglie da fotografare.

 

In ogni corso ci saranno lezioni di:

-conoscenza e uso della propria macchina fotografica

-ottimizzazione dell'utilizzo dei parametri di scatto

-lettura del paesaggio,

-ricerca dell'inquadratura,

-composizione e gestione della luce.

I corsi saranno tenuti da due fotografi di provata esperienza; chi è a digiuno di tecnica

fotografica sarà seguito individualmente da uno dei due fotografi.

Al rientro ci sarà la lettura critica delle fotografie realizzate ed esempi di post-produzione con Adobe Lightroom.

E' consigliabile una fotocamera reflex con ottiche dal grandangolare al teleobiettivo ed è consigliato vivamente dotarsi di un treppiedi; per chi ha reflex Canon ci sarà la possibilità dell'uso delle nostre ottiche.

Considerando il posto e il clima di montagna, è opportuno dotarsi di una mantellina antipioggia e indossare scarponcini tipo trekking.

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