San Bartolomeo in Legio


San Bartolomeo in Legio, Roccamorice
Majella, Vallone di Santo Spirito
San Bartolomeo in Legio, Roccamorice
San Bartolomeo in Legio, gradinata di ingresso

L'eremo di San Bartolomeo in Legio sorge su una ampia cengia scavata nella parete di roccia nel profondo vallone di Santo Spirito della Maiella settentrionale. Chi si avvicina al vallone dal versante meridionale, in un primo momento, ha difficoltà ad individuare la costruzione in pietra di colore omogeneo alle rocce in cui è incastonato. Una volta focalizzato il complesso il primo pensiero va ai villaggi pueblo dell'Arizona.

Chi, invece, si avvicina all'eremo da Roccamorice percorrendo il sentiero che scende lungo il ciglio dello spettacolare vallone si ritrova inaspettatamente sulla cengia dopo aver sceso la breve gradinata scavata nel fondo di un grande foro nel tetto di roccia.

Oltre a questo ingresso, si accede alla balconata dal basso del torrente tramite tre alte gradinata. Quella più a valle svolgeva anche la funzione di Scala Santa e si percorreva per devozione solo in salita e in ginocchio.

La lunga terrazza è interrotta a metà dalla parete di ingresso alla chiesa. Intorno alla piccola porta ci sono resti di affreschi e scritte ma, di leggibile, rimangono solo due riquadri in alto con la figura di un Cristo benedicente e una Madonna con Bambino dalla conservazione molto precaria.

Vallone di Santo spirito, Roccamorice
Vallone di Santo Spirito
San Bartolomeo in Legio, Roccamorice
San Bartolomeo in Legio, interno della chiesetta

L'interno della chiesa è rischiarata da una porta-finestra che si affaccia sullo strapiombo, un semplice altare dove sono raccolti pochi poveri oggetti, fotografie, lasciati in ricordo del passaggio in questo luogo infuso di misticità.

In alto sull'altare una nicchia accoglie le piccola statua in legno dipinto rappresentante San Bartolomeo: sulla spalla sinistra ha la sua pelle arrotolata con il volto che penzola, nella mano destra reca il coltello con cui fu scorticato vivo.

San Bartolomeo in Legio, Roccamorice
Acqua santa di San Bartolomeo

La piccola e leggera statua viene portata in braccio come un bambino da una sola persona a turno lungo il sentiero fino a Roccamorice il 25 Agosto, giorno del festeggiamento del Santo.

Sul lato sinistro della chiesa vi è una piccola risorgenza d'acqua che si raccoglie in una vaschetta: è l'acqua santa di San Bartolomeo che i fedeli attingono con un cucchiaio per miscelarla con l'acqua che sgorga da una sorgente in fondo al vallone. L'acqua santa, buona per curare ferite, malattie, si somministrava ai moribondi e la si usava per irrorare le vigne contro la peronospora.

Da una porticina sul fondo si accede a un corridoio su cui si affacciano due ambienti, forse delle celle. Alla fine del corridoio si esce dal complesso e tramite una irregolare gradinata scavata nella roccia si scende di nuovo verso il vallone.

Distante una decina di metri, in un riparo nella roccia simile a quello dell'eremo è stata scoperta una cava di selce con migliaia di schegge e utensili semilavorati di questo prezioso materiale.

Nel Vallone di Santo Spirito la presenza dell'uomo è attesta fin dal Paleolitico inferiore, i numerosi ripari, la presenza dell'acqua, la vicinanza dei luoghi di caccia ne hanno fatto un ambiente privilegiato. Oggi possiamo notare come i culti preistorici legati alla roccia e all'acqua si sono tramandati fino ai nostri tempi nei gesti rituali dei fedeli.

 

San Bartolomeo in Legio, Roccamorice. Sito archeologico
San Bartolomeo, cava di selce

Il romitorio di San Bartolomeo, non molto distante dalla Abazia celestiniana di Santo Spirito, fu edificato nella seconda metà del XIII secolo da Pietro Angelerio, futuro Papa Celestino V, sui resti di una precedente costruzione. Il Santo vi si ritirò spesso in cerca di solitudine durante le Quaresime.

Il complesso religioso è ben conservato forse perché ancora frequentato dai fedeli, l'atmosfera mistica e la bellezza del posto merita la facile passeggiata per visitarlo.

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