Giostra Cavalleresca, Sulmona

Giostra Cavalleresca, Sulmona. I capitani
Giostra Cavalleresca, Sulmona. I capitani

Il personaggio che più rappresenta l'eroe nelle gesta epiche medioevali è il cavaliere, il paladino che ha votato la sua esistenza alla difesa dei deboli e degli oppressi e alla protezione delle donne.

Quando questo nobile guerriero non era occupato in leggendarie imprese o al salvataggio di qualche bella castellana, era sicuramente impegnato nella partecipazione a tornei o giostre: combattimenti spesso cruenti svolti in una cornice di sfarzo e gentilezza. Queste tenzoni, disciplinate da regole che i partecipanti erano tenuti a rispettare cavallerescamente, erano la più diffusa distrazione per re e signori feudatari quando non erano impegnati in guerre varie. I cavalieri partecipavano ai tornei per mostrare il loro valore nell'arte della guerra al re o al signore del luogo e, più spesso, per mettersi in mostra agli occhi di qualche nobile damigella.

A Sulmona la Giostra Cavalleresca si svolgeva già in epoca sveva, ma fu con gli Aragonesi che ebbe forte impulso. Nel 1583 Cornelio, della nobile famiglia dei Sardi, redasse un capitolato in cui la giostra era regolata da ferree norme che bandivano ogni smodata violenza. Non più singolare tenzoni che spesso sfociavano in gravi ferimenti o morti, ma cavalieri che si misuravano nella abilità con la lancia nell'infilzare un manichino (saraceno) oppure nell'inanellare anelli tenuti da un mantenitore. Il “Capitolato” giunse tardivo perché la Giostra fu abolita nel '600 per “...disapplicazione e mancanza di cavalieri giostranti”.

Questo antico avvenimento è stato riesumato nel 1995 da un gruppo di “visionari” sulmonesi, con  sempre crescente successo di pubblico nel corso degli anni.

Il comitato organizzatore si è trovato subito davanti alla impossibilità di organizzare la Giostra secondo i dettami di quella antica, si è quindi pensato di utilizzare la divisione del centro storico quando Sulmona era organizzata in Sestieri, uno per ogni porta della città, e in borghi per gli abitati sorti al di fuori della prima cinta muraria. Di questa suddivisione sono rimasti 4 Sestieri e 3 Borghi: Sestiere Porta Manaresca, Sestiere Porta Japasseri, Sestiere Porta Bonomini, Sestiere Porta Filiamabili, Borgo Pacentrano, Borgo Santa Maria della Tomba, Borgo San Panfilo. 

Borghi e Sestieri si sono costituiti in associazioni con propri colori, bandiere, gonfaloni, rappresentanti nel Corteo Storico e, soprattutto, un proprio cavaliere.

I cavalieri si affrontano sul campo di gara allestito ogni anno in piazza Maggiore con 2000 metri cubi di sabbia. Ogni cavaliere si scontra in “singolar tenzone” con 4 avversari lungo l'otto della pista e deve infilzare tre anelli (botte) di valore variabile a seconda della grandezza, nel minor tempo possibile.

Nei circa 30” di durata della corsa il tifo è da stadio: sventolii di bandiere, cori e sfottò reciprochi.

Il Borgo o Sestiere che domina la finale conquista il “Palio” che consiste in una tela dipinta dal pittore vincitore del concorso internazionale indetto dall'Associazione Giostra Cavalleresca di Sulmona; al fantino va una medaglia opera di un orafo sulmonese con inciso la sigla SMPE simbolo della città.

La Giostra si svolge in due giorni, gli ultimi sabato e domenica di luglio, le sessioni di gare sono precedute dai cortei storici con centinaia di figuranti in ricchi ed eleganti abiti rinascimentali, sbandieratori, suonatori di clarine, tamburini, danzatori, falconieri, balestrieri e teatranti.

Da qualche anno l'evento si è esteso alla partecipazione di varie città europee che propongono anche loro ricostruzioni degli aspetti della vita culturale e sociale dei propri paesi con una grande mescolanza di lingue, colori, antichi mestieri. Nella Giostra Cavalleresca Europea a ogni delegazione straniera viene abbinata una città italiana, con una tradizione di tornei all'anello, che provvederà sia al cavallo che al cavaliere.

Photo gallery